Boschi Verticali, una nuova tendenza di architettura

15.02.2023
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Architettura verde e forestazione urbana stanno diventando vere e proprie realtà in diverse parti del mondo grazie ai Boschi Verticali, una nuova tendenza architettonica connessa con la natura.

I Boschi Verticali consistono nella costruzione di edifici rispettosi dell’ambiente, i quali incorporano alberi, arbusti e flora per una città più sostenibile.

Boschi Verticali, un’architettura sostenibile per natura

I Boschi Verticali sono edifici nati come “progetti idilliaci” che non si sarebbero mai realizzati. Negli ultimi anni invece hanno cominciato a materializzarsi in diverse parti del mondo.

Queste strutture, belle e funzionali, contribuiscono a:

  • tutelare la biodiversità;
  • ridurre la CO2;
  • migliorare la qualità dell’aria;
  • migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Dal primo edificio di Milano, il quale nel 2015 è stato premiato come “miglior grattacielo al mondo”, sempre più città stanno adottando questo modello di edilizia fondato su un’architettura sostenibile per natura.

Il Bosco Verticale di Milano è un complesso residenziale di due grattacieli situato nel centro della capitale economica ed industriale italiana. È stato disegnato da Stefano Boeri e dal suo staff.

Le torri, alte 80 e 112 m, furono inaugurate nel 2014 e presentano 2000 specie vegetali diverse. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.

Questo progetto green di conseguenza è anche un dispositivo per limitare lo sprawl delle città indotto dalla ricerca del verde.

Al contrario delle facciate “minerali” in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente.

La cortina verde, allo stesso tempo, “regola” l’umidità, produce ossigeno ed assorbe CO2 e polveri sottili.

L’insieme di tali caratteristiche è valso al progetto importanti riconoscimenti, tra cui l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) e il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo, del Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).

Ora, la nuova frontiera è quella di unire singoli edifici “verdi” attraverso la costruzione di vere e proprie “città foresta”: piccoli centri composti da dozzine di strutture come i Boschi Verticali.

Boschi Verticali, quanti ce ne sono nel mondo?

Oltre al sopracitato Bosco Verticale di Milano, sono ormai numerosi gli omologhi costruiti o commissionati in giro per il mondo, con dimensioni sempre più imponenti: da Losanna a Utrecht, da Parigi alla Cina. Vediamoli nel dettaglio.

Torre dei cedri a Losanna

Un’architettura che dialoga alla perfezione col paesaggio circostante, fatto di lago, prati e montagne. 117 metri per 100 alberi e quattro specie diverse di cedro.

Dalla semplice residenza si passa a qualcosa di più completo: al suo interno, infatti, c’è tutto: appartamenti, palestra, centro commerciale, uffici e ristorante.

Bosco verticale di Nanjing

Il primo esempio di bosco verticale a Nanjing è composto da due torri, con alternanza di terrazzi e vasche verdi, sul modello milanese. Un totale di 1100 alberi di 23 specie locali.

La prima torre, alta ben 200 metri, sarà dedicata ad uffici ed includerà un museo ed un club. La seconda, di 108 metri, sarà un hotel con ben 247 stanze, con piscina al top e centro conferenze alla base.

Il format può essere declinato ad una varietà di edifici dalla funzione sempre diversa.

Vertical Forest di Utrecht

Anche Utrecht sta per dotarsi del suo bosco verticale o, meglio, della sua Vertical Forest. Dopo essersi aggiudicato un bando municipale, sono iniziati i sopralluoghi vicino alla stazione per la costruzione della suggestiva Torre dei biancospini.

Si tratta di 90 metri d’altezza, per 360 alberi, 9.640 tra arbusti e fiori, ovvero 5,4 tonnellate di CO2 assorbite all’anno. Al sesto piano, la Vertical Forest Hub ospita un centro di documentazione sulla forestazione, per favorire lo scambio su questo tema.

Forêt Blanche di Parigi

Anche qui il concept cambia ancora: 54 metri d’altezza e strutture in legno.

Un progetto che si innesta in un più ampio complesso urbano affiancando edifici di Kengo Kuma & Associates, Oxo Architectes, KOZ Architectes, Michael Green Architecture e X-TU. L’equivalente di un ettaro di bosco crescerà verso il cielo, 10 volte la superficie su cui sorge l’edificio.

Città foresta di Liuzhou

Un progetto di gran lunga più ambizioso approvato da poco in Cina. Spesso associata a scarso interesse ambientale, il gigante orientale dimostra con Stefano Boeri che forse la rotta sta cambiando.

Non si tratta più di un palazzo, ma di un’intera città foresta, con tanto di scuole e ospedali.

Una superficie di 175 ettari che assorbirà 10.000 tonnellate di CO2 e 57 tonnellate di polveri sottili, producendo al contempo circa 900 tonnellate di ossigeno. Sviluppata lungo il fiume Liujiang, la città foresta sarà collegata con trasporto ferroviario a Liuzhou. Una città che sarà pienamente sufficiente dal punto di vista energetico, a partire dalla geotermia e dai pannelli solari.

 

Foto: MC MEDIASTUDIO / Shutterstock.com

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